Dieta Low Fodmap, la guida completa

Dieta Low Fodmap, la guida completa

Dieta Low Fodmap, la guida completa

 

Presentazione di questa guida

Se sei arrivato su questo articolo sicuramente hai sentito parlare dieta LOW FODMAP, una innovativa metodologia alimentare che da qualche anno ha rivoluzionato il campo della nutrizione e l’approccio alle intolleranze alimentari. 

Ti sei incuriosito, magari hai già incontrato qualche persona che, utilizzandola, ne ha tratto grandi giovamenti e te ne ha parlato molto bene. Oppure stavi solo curiosando online, cercando qualche spunto sugli alimenti che potrebbero essere la causa di qualche tuo disagio che stai vivendo in questo periodo specifico. 

Qualunque sia il caso, benvenuto!

Ti aspetta una lunga lettura, densa di informazioni importanti e di dettagli che fanno tanta differenza per ottenere davvero ciò che questa dieta promette. 

Ho creato questa guida perché non soddisfatto di quanto trovato online finora in lingua italiana.

Non ho infatti letto nulla di completamente esaustivo e che descriva in maniera accurata tutte le sfaccettature di questa dieta.

 

Il lavoro che ho effettuato è il risultato di: 

 

  1. Lettura e analisi di tutti i libri scientifici in lingua inglese legati all’argomento LOW FODMAP.
  2. Lettura e analisi dei libri in lingua italiana che ho reputato più interessanti sulla dieta LOW FODMAP (molti libri tra questi infatti sono poco più che un catalogo di ricette e lasciano più di qualche dubbio).
  3. Lettura e revisione della letteratura scientifica su questo argomento e più in generale sulle intolleranze alimentari.
  4. Il riassunto della mia esperienza pratica con questa dieta che ho utilizzato con successo su decine di pazienti con problematiche gastro-intestinali e/o intolleranze alimentari di vario tipo ed entità.

 

Il lavoro è stato tanto, e per questo sono orgoglioso di darti il benvenuto nella più completa guida attualmente presente in Italia su questa straordinaria metodologia alimentare.

 

Introduzione

Il cibo è spesso fonte di disagi fisici e può scatenare, in persone sensibili, quelle che comunemente vengono definite “intolleranze alimentari”. 

E’ interessante notare però come la riduzione oppure l’eliminazione completa di certi alimenti riduca e in alcuni casi risolva completamente questi disagi da intolleranza, liberando la persona dal dolore e la sofferenza che quotidianamente vive. 

Tra gli alimenti la cui eliminazione può dare grandissimi benefici nella gestione dei disagi da intolleranze troviamo quelli contenenti alte quantità di FODMAPs, un particolare raggruppamento di carboidrati che possono essere fonte di fermentazione da parte dei batteri presenti nell’intestino.

 

 

Qualche definizione importante per capire meglio di cosa parlo

Prima di passare ai concetti legati alla dieta LOW FODMAP, voglio chiarire e puntualizzare alcuni concetti. 

Nel paragrafo precedente ho parlato di “intolleranze alimentari”. Nel gergo comune si parla di intolleranza molto spesso a sproposito (e anche molti dei test che vengono effettuati sulle intolleranze alimentari hanno validità pari a zero proprio perché non tengono conto della definizione vera di intolleranza). 

 

Esistono due grandi categorie di reazioni avverse al cibo:

 

  1. REAZIONI IMMUNITARIE: sono reazioni legate alla reazione avversa del nostro sistema immunitario contro una proteina contenuta nel cibo. Questo tipo di reazioni vengono chiamate comunemente “reazioni allergiche”, e sono piuttosto infrequenti nella popolazione (in media circa una persona su 50 ha una allergia alimentare). Questo tipo di reazioni sono per definizione sempre replicabili, ovvero quando l’organismo entra in contatto con una proteina a cui è allergico, scatena sempre una risposta immunitaria anche se l’alimento è consumato in quantità molto piccole. L’esempio più classico è quello della celiachia. La persona celiaca è allergica ad una proteina contenuta in alcuni cereali (il più comune è il frumento) chiamata “glutine” (in particolare ad una delle sue componenti chiamata gliadina). Anche piccolissime quantità di prodotti contenenti glutine possono scatenare questa allergia che si manifesta con infiammazione intestinale, dissenteria, dolore addominale e gonfiore, talvolta emicrania.
  2. REAZIONI NON-IMMUNITARIE: Queste reazioni non coinvolgono direttamente il sistema immunitario dell’organismo e sono proprio le cosiddette “intolleranze alimentari”. Sono molto più frequenti delle allergie (in media una persona su cinque soffre di una o più intolleranze) e l’entità del loro manifestarsi dipende dalla quantità di cibo introdotta, dal momento della giornata in cui si mangia e dall’influenza di altri pasti che vengono consumati quel giorno. Talvolta dipende anche dallo stato psico-fisico della persona e dalla percezione dello stress imposto sull’organismo.

 

Intolleranze alimentari

 

Queste sono la più comune causa di disagi gastro-intestinali. Possono anche causare sintomi in altri distretti corporei come emicrania e stanchezza cronica.  Ci sono due modi in cui si manifestano le intolleranze alimentari: 

  • attraverso gonfiore intestinale che a sua volta può scatenare altre sintomatologie in quell’organo. 
  • Attraverso la reazione a cibi contenenti alti livelli di sostanze beo-attive e chimiche (naturali o aggiunte durante la lavorazione dell’alimento), come ad esempio la caffeina, il glutammato, coloranti e conservanti.

 

Chi dovrebbe provare a seguire una dieta Low FODMAPs?

 

E’ consigliata una dieta a basso contenuto di FODMAPs per contrastare ed attenuare i sintomi:

1) A livello clinico (ha effetti migliorativi nel 70% dei casi):

  • Sindrome del Colon Irritabile: chiamata anche con l’acronimo inglese di IBS (Irritable Bowel Syndrome), definita come un disturbo funzionale dell’intestino che è caratterizzato da dolore addominale in relazione a cambiamenti dell’alvo (con fenomeni di stipsi e/o diarrea) e con segni di alterata defecazione e meteorismo. La dieta LOW FODMAP nasce proprio come alimentazione specifica per il trattamento di questa sindrome.
  • Morbo di Chron: malattia infiammatoria autoimmune caratterizzata da vari sintomi quali dolori addominali, diarrea, vomito, e complicazioni in altri apparati come eruzioni cutanee, artriti e stanchezza cronica. 

 

2) Disagi più lievi come: 

  • Gonfiore persistente intestinale dopo ogni pasto.
  • Aria nella pancia (meteorismo).
  • Dissenteria.
  • Gonfiore di stomaco e disturbi digestivi associati.

 

Benefici che puoi ottenere utilizzando la dieta LOW FODMAP

Dalle evidenze scientifiche e dall’esperienza pratica quello che è possibile ottenere da questo approccio alimentare è:

  • Nei casi di Sindrome del Colon Irritabile e Morbo di Chron nel 70% dei casi ci sono miglioramenti tangibili del disagio e miglioramento nel quotidiano delle condizioni di vita. 
  • Si riscontra in generale anche un aumento dei livelli energetici (forse per la riduzione dell’infiammazione generale) .
  • In chi soffre di dissenteria, questa si interrompe.
  • Il gonfiore addominale si riduce e/o rientra completamente nella norma.
  • La digestione migliora e lo stomaco risulta meno teso e gonfio.

 

Che cosa sono i FODMAPs?

FODMAP è un acronimo che che sta per “fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols” La traduzione Italiana risulta quindi:

Oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili.

Questi gruppi di composti chimici (che possono suonare strani a chi non mastica la biochimica) fanno parte della famiglia dei carboidrati. 

In particolare questi carboidrati sono caratterizzati dall’avere una struttura chimica piuttosto piccola e sono di dimensioni piuttosto ridotte (sono detti “a catena corta”). In persone sensibili sono carboidrati che non vengono ne ben digeriti ne assorbiti correttamente nell’intestino, e diventano cibo per i batteri dell’intestino che iniziano ad effettuare dei processi di fermentazione, utilizzandoli come nutrimento. 

 

Perche questi FODMAPs causano problemi di intolleranza? 

 

Perché hanno questo tipo di caratteristiche chimiche:

  1. Non sono assorbiti in maniera efficiente nell’intestino tenue (la parte deputata all’assorbimento dei nutrienti dopo che lo stomaco ha digerito e scomposto il cibo). Se l’assorbimento non è ottimale, queste molecole scendono verso il colon, dove vive la maggior parte dei nostri batteri intestinali.
  2. Sono molecole molto piccole che però vengono consumate spesso in dosi discrete: questo a livello intestinale può causare richiamo di acqua nel lume (nel “tubo”) dell’intestino e la situazione che si crea può causare dissenteria.
  3. Sono cibo prediletto dei batteri che vivono nell’intestino crasso: ci sono miliardi di batteri nel nostro intestino. La maggior parte di questi è localizzata nel colon. Per darti un’idea, più di 1 kg del tuo peso corporeo è fatto di questi batteri! Tutto ciò che non viene assorbito bene nella prima parte dell’intestino viene “mangiato” e metabolizzato da questi batteri. Quando questo accade si innescano processi di fermentazione ed il risultato è la produzione di gas, in particolare idrogeno, anidride carbonica e metano. 

 

NOTA BENE: Ad ogni pasto mangiamo molti di questi carboidrati insieme. Tutti vengono fermentati e danno lo stesso effetto finale. Dunque l’effetto di questi è cumulativo: ovvero l’entità del gonfiore e disagio intestinale dipende dalla totalità di tutti i FODMAPs consumati, non solo dalla quantità di ognuno di essi. 

 

Se ad esempio una persona non assorbe bene ne il lattosio ne il fruttosio, l’effetto sarà cumulativo. 

 

Analizziamo ora, una ad una, le varie categorie di FODMAPs (la lista degli alimenti che contengono ogni singolo FODMAP sarà messa alla fine dell’articolo).

 

OLIGOSACCARIDI

 

Ci sono due sotto-categorie per questo gruppo:

 

  1. FRUTTANI: sono molecole composte da catene di fruttosio con una molecola di glucosio alla fine di ognuna. Sono forse la categoria di FODMAP consumata più frequentemente, perché si trovano in tantissimi alimenti di natura diversa (prodotti derivati da grano come pasta o pane, cipolle, lenticchie, alcuni tipi di frutta). Di questa categoria fa parte anche l’inulina, aggiunta in alcuni alimenti come prebiotico.
  2. GALATTO-OLIGOSACCARIDI: sono molecole formate da catene di galattosio legate a fruttosio e glucosio alla fine di esse. Li troviamo principalmente nei legumi, ad esempio in tante varietà di fagioli e lenticchie.

 

DISACCARIDI

L’unico disaccaride di questa lista è il LATTOSIO. Questo zucchero è formato da glucosio e galattosio, e lo troviamo in tutti i vari tipi di latte (di vacca, di capra, di pecora) ed i suoi derivati (formaggi, yogurt e kefir di latte). 

Il lattosio viene generalmente digerito dall’enzima lattasi. Le persone che non tollerano questa molecola producono bassissimi livelli di questo enzima, e questo causa normalmente dissenteria. 

Non tutti gli alimenti derivati dal latte sono contengono lattosio e sono da eliminare: infatti ci sono formaggi molto stagionati che hanno perso quasi tutto il lattosio (come il Parmigiano stagionato 24 mesi) oppure alimenti come il burro. La massima dose di lattosio tollerata da chi lo metabolizza con difficoltà sembra essere di massimo 4 grammi per porzione.


MONOSACCARIDI

L’unico monosaccaride che appartiene a questa categoria è il FRUTTOSIO. Come si capisce bene dall’etimologia della parola, questo zucchero è contenuto soprattutto nella frutta, ma anche nel miele e nello sciroppo di mais (spesso usato nella lavorazione di molti alimenti, quindi attenzione all’etichetta!) 

Quando il fruttosio viene introdotto insieme a glucosio (in quantità simile) l’assimilazione viene ottimizzata, quando invece è in quantità superiore succede una situazione in cui è presente un eccesso di fruttosio, che ne rallenta l’assimilazione nell’intestino tenue. Quando incompleta, si parla di malassorbimento del fruttosio.

Una persona su tre può avere fenomeni di questo tipo. Non sono patologici, fanno parte di come funziona il nostro intestino.

Non serve evitare del tutto il fruttosio se esiste questo malassorbimento, ma bisogna solo bilanciarlo bene con il glucosio. La frutta può essere la fonte principale di questo tipo di problema, quindi bisogna ridurre drasticamente la quantità di frutta totale per porzione affinché non si manifestino disagi. Esistono frutti che possono dare più problemi di altri. Troverai qualche esempio in fondo a questo articolo nella lista degli alimenti. 

 

POLIOLI

Questi zuccheri hanno legato un gruppo ossidrile ad essi, infatti vengono definiti anche “polialcoli” per la loro natura chimica, ed il loro nome di solito finisce in “-olo”. 

Queste molecole sono presenti naturalmente in piccolissime quantità in alcuni frutti e verdure. 

I polioli vengono utilizzati principalmente come dolcificanti artificiali nei prodotti a “zero kcal”, ovvero in alternativa al saccarosio. Alcuni esempi sono i chewing gums, le caramelle, alcuni integratori alimentari. Due classici esempi di questi composti chimici sono il sorbitolo e lo xilitolo (sicuramente li avrai già sentiti nominare su qualche etichetta alimentare o in qualche spot pubblicitario).

 

LE TRE FASI DELLA DIETA LOW FODMAP

Questa dieta si articola in tre fasi ben distinte:

 

  1. FASE DI ELIMINAZIONE
  2. FASE DI RE-INTRODUZIONE
  3. FASE DI PERSONALIZZAZIONE

 

1) LA FASE DI ELIMINAZIONE

La prima fase della dieta Low FODMAP prevede la completa eliminazione di tutti gli alimenti contenenti alti livelli di questi carboidrati potenzialmente fermentabili per almeno 60 giorni. Questa prima fase dovrebbe riportare gradualmente l’intestino a livelli di gonfiore più ridotti e a una riduzione marcata dei disagi associati. Se in questi due mesi di eliminazione dei FODMAPs non ci sono stati benefici tangibili, rientri nella percentuale di persone non responsiva a questa dieta e servirà cercare altre strade possibili con altre strategie nutrizionali. 

 

2) LA FASE DI REINTRODUZIONE

Passati i 60 giorni di eliminazione completa, inizia la fase in cui si reintroduce selettivamente un singolo gruppo di FODMAP alla volta, da vari alimenti, per valutare il grado di tolleranza relativo ad ogni singolo raggruppamento specifico. 

 

Qualche regola per valutare correttamente la reintroduzione di ogni singolo FODMAP: 

  • Prova a reintrodurre un singolo FODMAP per volta. 
  • Scegli la quantità dell’alimento che contiene il FODMAP specifico basandoti su quella che sarebbe una porzione normale (non usare porzioni minuscole o porzioni esagerate che non consumeresti normalmente, in entrambi il casi il risultato sarebbe statisticamente poco significativo). 
  • Dove possibile, scegli alimenti che contengono solo ed esclusivamente uno dei FODMAP (ad esempio non scegliere le lenticchie per valutare la tolleranza ai fruttani, perché contengono anche galatto-oligosaccaridi), in modo tale da essere certi che la risposta gastro-intestinale sia relativa solo quel FODMAP che stiamo testando. 
  • Continua ad evitare tutti quegli alimenti che contengono a loro volta altri FODMAP in quantità elevate
  • Prova un singolo FODMAP per una settimana intera, poi valuta il risultato e prova con un altro FODMAP (e quindi con cibi diversi)
  • Mangia il cibo che stai provando a re-inserire almeno due volte durante quella settimana 

 

Se non ci sono sintomi particolari dopo la reintroduzione del FODMAP puoi fare 2 cose:

  • Alzare il numero di alimenti che contengono quel tipo di FODMAP
  • Passare al test del successivo FODMAP

 

Se invece hai sintomi:

  • Aspetta che questi scompaiano, poi reintroduci mezza dose dello stesso alimento che li ha indotti.
  • Oppure puoi dedurre che il FODMAP sia effettivamente un problema per il tuo apparato digerente, e allora puoi: 
  • Provare altri cibi che contengono lo stesso FODMAP per confermare il risultato del test precedente 
  • Evitare ancora per un periodo alimenti che lo contengono e riprovare dopo qualche settimana ad effettuare ancora un test, capita talvolta che la tolleranza ad un FODMAP cambi nel corso del tempo e migliori 

 

3) FASE DI PERSONALIZZAZIONE

Una volta effettuati tutti questi test per i vari FODMAP, a questo punto si valuta quali alimenti mantenere in maniera costante nella dieta e quali utilizzare in maniera infrequente o addirittura (in casi di grave intolleranza) eliminare.

 

SE LA DIETA NON FUNZIONA COSA POSSO FARE?

Nonostante questa dieta sia molto efficace, una parte della popolazione non ottiene i benefici sperati, infatti circa il 30% delle persone ottiene pochissima o nessuna riduzione del disagio e dei sintomi di IBS. 

Capita spesso che gli effetti siano scarsi perché selettivamente vengono eliminati alcuni FODMAP mentre altri vengono mantenuti, oppure capita di sgarrare e non resistere alle tentazioni, vanificando l’intento della prima fase di eliminazione dei FODMAP dalla dieta. 

E’ bene ribadire un concetto: questa è una dieta piuttosto complessa, specialmente nell’organizzazione quotidiana. Non si possono fare le cose a metà, pena l’assenza di benefici nonostante gli sforzi (parziali) fatti. 

 

In ogni caso, se l’aderenza al piano è stata ottimale, ecco qualche cosa da controllare di nuovo prima di abbandonare questa dieta:

 

  1. Controlla e ricontrolla la lista degli ingredienti di ogni alimento che consumi: capita spesso che anche gli alimenti più semplici possono contenere fonti nascoste di FODMAP. Ne sono un esempio aglio, cipolla, sorbitolo e xilitolo, che possono dare disagio anche in piccole dosi in persone sensibili
  2. Controlla l’accuratezza delle informazioni sulla lista di alimenti FODMAP che hai sottomano. Infatti ci sono tantissime liste online di alimenti a basso o alto contenuto di FODMAP, ma poche sono davvero corrette.
  3. Se non migliorano le cose pur avendo fatto ciò che è menzionato nei punti 1 e 2, allora è il caso di valutare altri tipi di strategie per attenuare i disagi (altri tipi di diete, una miglior gestione dello stress psico-fisico e altre strategie collaterali).

 

TRE COSE CHE DEVI ASSOLUTAMENTE  FARE PRIMA DI COMINCIARE QUESTA DIETA

Ci sono tre cose che devi assicurarti di fare prima di cominciare con la dieta Low FODMAP:

  1. Assicurati di avere davvero la Sindrome del Colon Irritabile (se stai provando questo approccio per attenuarne i sintomi). I disagi digestivi possono avere vari gradi di severità. Molte persone hanno sintomi e, controllando velocemente su internet, pensano di essere soggetti a IBS. In altri casi viene diagnosticato IBS dal medico in maniera errata, confondendolo con altre patologie intestinali con sintomi simili come celiaci e colite spastica. E’ bene in questi casi consultare uno specialista che effettui una valutazione e una diagnosi corretta prima di intraprendere questa dieta.
  2. Prova prima approcci meno restrittivi: consiglio di iniziare questo percorso alimentare quando prima si è già provato ad escludere intolleranze note come glutine e lattosio. Se anche con queste restrizioni non si sono notati benefici, allora è possibile intraprendere la dieta Low FODMAP. 
  3. Pianifica prima tutto quello che ti servirà per stare quanto più facilmente possibile a dieta: prova a creare un menù settimanale o bi-settimanale, in cui capisci bene quali alimenti comprare e quali evitare, cerca i ristoranti in cui puoi “difenderti” quando devi uscire a cena, butta via tutti i cibi che contengono alti quantitativi di FODMAP (o regalali a qualcuno). 

EFFETTI COLLATERALI DI QUESTA DIETA

Nella mia pratica in ambulatorio non ho notato particolari effetti collaterali legati alla dieta. 

L’unico disagio che ho riscontrato in una parte dei pazienti è stato un transitorio rallentamento della motilità intestinale e stipsi, causata probabilmente dalla riduzione della quantità totale di fibre introdotte delle restrizioni alimentari della dieta FODMAP stessa. Questa situazione si risolve normalmente nel giro di 10 giorni dall’inizio della fase di eliminazione.

 

LOW FODMAP NON SIGNIFICA SENZA GUSTO

Cipolla ed aglio sono entrambi ricchi di FODMAPs. Questo ha creato la leggenda secondo cui la dieta Low FODMAP sia priva di sapori gustosi. 

Anche se molte ricette usano questi ingredienti per rendere più buono il piatto, esistono molte altre spezie ed erbe che si possono utilizzare in alternativa.

Qualche suggerimento a basso contenuto di FODMAPs per insaporire i tuoi piatti: chili, zenzero, pepe, curcuma, zafferano, citronella, fieno greco, basilico, wasabi, erba cipollina.

 

ANCHE I VEGETARIANI E I VEGANI POSSONO FARE QUESTA DIETA?

Assolutamente si! E’ possibile mantenersi in una dieta Low FODMAP anche se si utilizzano filosofie nutrizionali di tipo vegano o vegetariano. 

Naturalmente riuscirci è più complesso rispetto ad una dieta onnivora, in quanto tutti i  FODMAP sono contenuti in alimenti cardine dell’approccio vegetariano, come cereali, legumi, frutta e verdura. 

Bisognerà dunque attuare una cernita attenta e circoscrivere la dieta solo agli alimenti consentiti, ottenendo dunque una più scarsa varietà di alimenti disponibili nel quotidiano. 

E’ bene rivolgersi a un valido nutrizionista per ottimizzare la dieta in queste situazioni. 

HO IL DIABETE, POSSO SEGUIRE LA DIETA LOW FODMAP?

 

Assolutamente si! Non ci sono controindicazioni. 

 

Bisognerà prestare molta attenzione a quei cibi considerati a basso indice glicemico, come i cereali integrali, che normalmente vengono consumati e consigliati nelle diete per contrastare il diabete di tipo 2. 

 

Essi infatti contengono FODMAPs e dunque andranno eliminati.

 

 Rimangono consentiti molti alimenti a basso indice glicemico che però contengono anche bassi quantitativi di FODMAP. 

 

Anche in questo caso bene rivolgersi a un valido nutrizionista per ottimizzare la dieta in queste situazioni. 

 

SONO CELIACO, E’ CONSIGLIATA PER ME QUSTA DIETA?

 

Persone celiache hanno un solo imperativo categorico: non consumare alimenti contenenti glutine (anche in tracce) per tenere sotto controllo i disagi gastrointestinali che derivano dalla loro assunzione. 

 

E’complesso gestire l’alimentazione di un paziente celiaco mentre segue contemporaneamente una dieta Low FODMAP, quindi ribadisco anche qui che è bene rivolgersi ad un bravo nutrizionista per gestire al meglio questa delicata situazione.

 

LIBRI DI RIFERIMENTO

 

Il libro di riferimento per questa dieta, che ho studiato e ristudiato in passato, si intitola 

 

“The complete Low Fodmap Diet, a revolutionary plan for managing IBS and other digestive disorders”.

 

E’ stato scritto da Sue Sheperd, PhD e da Peter Gibson, MD

 

Peter Gibson è considerato il padre della dieta Low-FODMAP. Insegna e dirige un centro di ricerca di nutrizione applicata alla gastroenterologia presso la Monash University di Melbourne, nel continente australiano.

 

CONCLUSIONE

 

Questa dieta, ancora troppo poco conosciuta e sfruttata in Italia, sarà probabilmente una delle strategie alimentari più utili per la riduzione dei sintomi castro-intestinali legati alle intolleranze alimentari, sempre più diffuse e frequenti tra le persone e ancora poco comprese e correttamente affrontate. 

 

[dt_default_button animation=”fadeIn” bg_hover_color=”#444444″ border_radius=”0px” border_width=”0px” btn_width=”btn_auto_width” button_alignment=”default” button_padding=”12px 18px 12px 18px” css=”” custom_btn_width=”200px” default_btn_bg_color=”#562c28″ el_class=”” font_size=”15″ icon=”fa fa-chevron-circle-right” icon_align=”left” icon_size=”15″ icon_type=”html” link=”/contatti” size=”custom” smooth_scroll=”n” text_color=”#ffffff” text_hover_color=”#dddddd”]PER INFORMAZIONI O CONSULENZA NON ESITARE A CONTATTARMI, CLICCA QUI ![/dt_default_button]

 

BIBLIOGRAFIA

 

  1. J. Barrett, How to institute the low-FODMAP diet. Journal of Gastroenterology and Hepatology. 32, 8-10 (2017).
  2. P. Gibson, Use of the low-FODMAP diet in inflammatory bowel disease. Journal of Gastroenterology and Hepatology. 32, 40-42 (2017).
  3. E. Halmos, When the low FODMAP diet does not work. Journal of Gastroenterology and Hepatology. 32, 69-72 (2017).
  4. E. Altobelli, V. Del Negro, P. Angeletti, G. Latella, Low-FODMAP Diet Improves Irritable Bowel Syndrome Symptoms: A Meta-Analysis. Nutrients. 9, 940 (2017).
  5. A. Slomski, The Low-FODMAP Diet Helps IBS Symptoms, but Questions Remain. JAMA. 323, 1029 (2020).
  6. S. Cox et al., Gastroenterology, in press, doi:10.1053/j.gastro.2019.09.024.

7. S. Shepherd, P. Gibson, the complete low fodmap diet (The Experiment, New York, 2013).